PAKISTAN 2004 – SPEDIZIONE ALPINISTICA ESPLORATIVA NELL’ HINDU RAJ – KARKA E CHIANTAR (scritto il 27/09 e success..) 

La canzone che ascoltavo mentre leggevo “Aria sottile”

2 AGOSTO, MATTINA, PARTENZA DA VENEZIA CON AEREO (LUFTANSA) PER FRANKOFORTE – ABU DHABI – ISLAMABAD (GULP)

E’ dai primi giorni di Marzo che la mia testa è rivolta al Pakistan e alla spedizione: una bella occasione per me, la mia prima esperienza extraeuropea! 5 mesi di preparativi mentali, fisici e materiali!! La preoccupazione che tutto sia a posto, soprattutto lo stato di salute, l’allenamento spinto al top, la cura dei materiali personali, il vestiario, le moltissime riunioni a Montecchio Maggiore in sede Cai, il pensiero della zona pericolosa d’atterraggio, il terrorismo tanto sventolato … questo tempo pareva non passasse mai e alla fine è passato troppo in fretta!

Nel frattempo molte uscite su neve, poca arrampicata su roccia quest’anno, più altitudine e corsa per il fiato. Pensavo tutto questo quotidianamente ma, la mente era sempre rivolta al 2 Agosto giorno della partenza! Ed è arrivato!!! Dopo molto allenamento, preparazione accurata ecco che tutto il gruppo è pronto!! Per primi sono partiti i 17 del 26 Luglio, noi 7 partiamo il 2 Agosto. 2 agosto è ora!!!

Trepidazione, mista a paura e preoccupazione per un paese in bilico tra terrorismo e americanismo, tra democrazia (che vuol dire?) e “poca civiltà” (?) secondo qualche d’uno … Mah, meglio non ascoltare la TV di propaganda e falsità. Bin Laden lì? Forse.

Il saccone è pronto dopo 3-4 tentativi, il buon Sergio me lo ha imprestato bello capiente! Grazie! Lo zainetto pure è pronto. Via, mattino presto in furgone D.C. noi 4 duevillesi (io, Bruno, Giorgio e Lorenzo) verso Venezia (dove troveremo Luciano Beppe e Bruno di Montecchio) e poi l’ignoto …. Già, lasci tutto per qualcosa che non vedi subito, non sai quello che trovi, speri di ritornare …. dai tuoi cari, dalle persone che ti stanno vicino e che ora di nascosto soffrono alla tua partenza… un “groppo” alla gola mi sobbalza ma sono convinto di fare una cosa giusta, una grande esperienza che mi segnerà credo la vita! Saluto mamma e papa, li devo ringraziare per avermi sopportato e per sopportare. Mamma mi ha aiutato e consigliato su molto!

Via! Via! Siamo al chek-in in aeroporto, sacconi e pesi tuttok, vedo al telefonino che mi sono portato appresso (scelta errata sarà per il proseguo …) la chiamata persa di Bortolo…. Lo richiamo ma non riesco a contattarlo… voleva salutarmi ancora una volta! Grazie! Bortolo, mio caro maestro compagno di scalate e avventure italiane che tanto devo! Il mio pensiero ogni tanto va a lui …. Poi VIA! Finche il mio zainetto bloccato e aperto scopre le forbicine incautamente lasciate lì … un attimo di rabbia e via in cabina senza il mio caro zainetto! Lo ritroverò!

Il rombo dell’aereo, VIA! Si decolla verso Frankoforte. ORE 13.20 siamo a Frankoforte. VIA! Di corsa per decollare alle 14 circa verso Abu Dhabi!!! VIA!! Non ci sono pause! Solo che stavolta sarà un po’ più lungo il tragitto! La preoccupazione dell’aereo e dei voli si placa …. Siamo a 10mila e sotto a noi, Serbia, Turchia, Siria, Arabia Saudita …. Non riesco a pensare al Pakistan …. Sono concentrato a quello che vedo giù dall’oblò! Sono fortunato sono vicino al finestrino, scatto qualche foto, ascolto musica, cerco di rilassarmi vicino ad un uomo che prende anche il mio posto dalla stazza. Finalmente arriva l’hostess col food!!!!!

Ore 21 circa si atterra a Riad, capitale dell’Arabia. Scalo intermedio per Abu Dhabi. Si riparte, VIA!!! Ore 23 arrivo ad Abu Dhabi!!! Altro mondo, altri vestiti, altra razza, un senso di non appartenenza … integrazione? SI! Siamo noi ora che dobbiamo farlo! All’aeroporto scorgiamo qualche occidentale e ritorniamo un po’ a casa … ma qui siamo e, qui dobbiamo esserci! Convivere, con questo mondo! Dobbiamo! Spostiamo le lancette all’una. Per il fuso. Ci si accorge che siamo in un paese islamico … si inizia a vedere solo veli, burka e camicioni, caos, orologi e colori. L’aeroporto d’Abu è fatto a grande fungo, bellissimo!

Ma non c’è tempo! VIA!! VIA!! Si cambia compagnia dalla Luftansa si passa alla Gulp! Che mi venga un colpo! Che mi venga … Gulp! Spero sia affidabile!! Ma siiii!!! Ore 2 circa VIA!!! Verso Islamabad!!!! La stanchezza si fa sentire come il sonno …. L’annuncio del “confortevole” aereo ci rassicura: “welcome to ISLAMABAD”!!!! Ore 4.30 circa arriviamo a destinazione!!!! Prima che l’aereo tocchi terra, stanco e assonnato cerco di guardare fuori, non mi pare vero essere qui…. Le ruote toccano terra e un sospiro di sollievo mi fa felice!! I trambusti dei voli sono finiti!! Usciamo dalla cabina e un’aria umida e calda mista a odore di marcio ci assale fino al bus navetta che ci porta all’uscita. Aria quasi puzzolente. Felici! La felicità diventa gioia quando dopo pratiche varie e “schede d’espatrio” firmate Musharraf riusciamo ad avere tutti, tutti i bagagli! E il mio caro zainetto!!!!!! SIIII!!!! E VIA!!!!

All’uscita dell’aeroporto restiamo per un momento bloccati a bocca aperta…. Vogliono lapidarci???!!! Cos’è tutta questa folla che aspetta fuori??? Preoccupato seguo i miei compagni e scorgo un signore che ci fa cenno di seguirlo e di fare veloci! Sarà la nostra guida! E’ Alam che ci è venuto a prendere in pulmino per portarci all’albergo!

E’ stata una visione surreale quella della folla assiepata ad aspettare chi? Tutti col camicione! Tutti uguali!!! Non nascondo che al passare al loro fianco ho pensato: e se ci fosse un kamikaze qui!!?

Un pulmino per noi, oltre ad Alam 3 persone (cuochi futuri) per caricare fusti e sacconi. E poi VIA!!! Verso l’hotel!!! Stanchi ma increduli, assonnati ma ottimisti e felici! Ore 5.30 del giorno 3 Agosto.

3 AGOSTO, MATTINA, VISITA DI ISLAMABAD E MINISTERO DEL TURISMO – POMERIGGIO VISITA ALLA GRANDE MOSCHEA E ALLA SERA MERCATO

L’hotel Shalimar confortevole ci ha accolto, dalle 7 alle 9 siamo andati a nanna (si fa per dire). Poi ore 10 colazione e Via!! alla visita della città! ma è sicura? ma si!!

Il Pakistan è controllato militarmente e in giro per la città si vedono molti militari e caserme, poi tutto sembra normale ai nostri occhi, solo caos! Tutti vestiti in maniera uguale col camicione bianco o nero, pochissime donne (nella mattinata 3-4 di sfuggita e sotto velo), restiamo uniti.

Qui c’è una forte tensione tribale tra sciiti e sunniti.

Il caldo infernale, 40 e più gradi, l’afa puzzolente, ma si esce stanchi e curiosi. Accompagnati da Alam le magliette fradice di sudore dopo 20 passi … tutti uniti.

Caos, strade di caos, di macchine che suonano per superarsi, di furgoncini aperti adibiti a taxi con persone in cima alla cappotta, polvere sotto i nostri sandali, militari a controllare qua e la ma qua è tutto caos …. ma è un caos ordinato, miriade di persone che non si calpestano, macchine che sviano gli ingorghi in qualche maniera qui non ci sono regole, patenti o simili, ma qui la regola è non arrabbiarsi pare, tutti sorridono e si capiscono mahh …. Molti sembra non lavorino, ti guardano con curiosità e, qualcuno ti segue vuole capire di dove sei!? Ma sono abituati qui agli italiani no? Ne sono passati 6000 quest’anno per colpa del K2!!!!! Commercianti fantasiosi fabbri, cuochi di strada, tutto viene svolto manualmente, c’è chi attinge alla elettricità direttamente dai trasformatori nudi ad altezza quasi d’uomo!! Sicurezza?? Ma vaaaaaaaa optionalllll.

Tantissimi condizionatori, qui si impazzisce dall’afa!!! Ritorniamo dopo avere visto strade, mercatini vari, negozietti di kalasnikov e polli ecc… tutto e tutti in perfetto caos! Fantasiosi questi pakistani. Ritorniamo al hotel per pranzare e per rinfrescarci!! Poi via ad incontrare il ministro del turismo a Islamabad. Islamabad dista da noi circa un paio di km. Il centro residenziale dove siamo alloggiati si chiama Rawalpindi. Islamabad è la capitale formata più che altro da palazzi amministrativi. E che palazzi!!!! Bellissimi fuori abbandonati dentro!!! Mancano le persone per farli “funzionare dentro” . Qui se la prendono con comodo, niente corse negli uffici, troviamo una buona anima che prega Allah sul corridoio. Il palazzo del Turismo inaugurato nel 2002 sembra gia vecchio! Ma questi pakistani hanno una serenità dentro!! Se ne avessimo anche noi campiamo il doppio ci diciamo tra noi!!! Siamo stanchi di aspettare il ministro o il rappresentante! Giorgio Lorenzo Luciano Beppe con i due Bruno ed io! siamo stanchi. Finalmente avviene il contatto e firma (2 minuti) di un documento e poi VIA!! Verso la grande moschea di Islamabad! Una delle più grandi dell’Asia.

Arriviamo e non si capisce immediatamente quanto grande sia. Ci leviamo i sandali ed entriamo. A piedi nudi sul marmo. Incrociamo molte persone, molte donne senza velo, sono libere qui, strano, sembra di passeggiare sulle nuvole, leggeri, il marmo ti dà una carica interiore, camminiamo rispettosi all’esterno della moschea tra uomini donne e bambini incuriositi da noi ma non più di tanto. Mentre camminiamo avverto qualcosa di speciale in quel luogo sacro. Penso alle avventure imminenti e alle ascensioni! Prego perché vada tutto bene!! In fondo Dio è unico!

Peccato! Dentro non si può andare perché stanno celebrando, sarebbe stato emozionante.Visitiamo le “piscine” sotterranee dove i devoti eseguono lavande e celebrano. Incrocio molti sguardi simpatici e solidali! Molte ragazze sono divertite nel vedermi … italianiiii siamo italiani … molte persone vogliono fotografarsi ed avere una foto con noi. Ci fermano e ci stringono le mani. Sono contenti essere immortalati nelle foto. Alla fine ne faccio una trentina solo qui!!!! Ritorniamo caricati da questa esperienza coi piedi puliti e la testa lucida!! Contenti! Sembrava di stare in un’isola felice!

Alla sera visitiamo il famoso mercato ma non ci addentriamo troppo per paura di perderci e non fare più ritorno …. già …. Una miriade di colori, cibi, semi, frutta e qualsiasi negozietto ambulante viene presentato sulle strade intasate dalle persone! Tale è il giorno tale la notte!!!

Ritorniamo per la cena in hotel e incontriamo i componenti della spedizione vicentina al Broad Peak alloggiati anche loro sullo stesso hotel. Beppe Tararan e compagni sono giù di corda, troppa neve e troppo poco tempo bello per poter salire! Ma stanno tutti bene, magretti però! E’ un’ottima sera per fare quattro chiacchiere con Marco Peruffo e C.! Salutiamo calorosamente l’Anna Grego!! Anche lei un po’ stanca!! I reduci dalla Karakorum Highway!! Quella che faremo il giorno dopo noi!! E bello incontrarsi qui a migliaia di km dall’Italia!!! Loro ritornano , la loro avventura è finita , la nostra sta per iniziare! Il giorno dopo!!

Alzata presto, tutti a nanna dopo i saluti calorosi dei Broadpeakkkiani! Il giorno dopo, intero giorno di… Karakorum highway!! Inshallah!!

4 AGOSTO – PARTENZA IN PULMINO PER LA KARAKORUM HIGHWAY FINO A CHILAS

Dal mio diario personale trascrivo: “Partenza ore 7 da Islamabad-Rawalpindi direzione Chilas via Karakorum! Arrivo a Chilas ore 20. Distruttivo! Ma ricorderò tutti i visi incontrati in questo giorno! E’ davvero eccezionale come caos, serenità e fantasia regnino a braccetto qui in Pakistan! Siamo stremati da 12 ore in pulmino su strada definirla tortuosa e pericolosa è dire niente! Ma siamo stati fortunati, niente frane! E bellissimo, tempo di sole!!”

Se piove è normale fermarsi svariate volte per spalare con le mani le frane in karakorum highway! Si! Perché la strada scavata alle pendici di montagne verticali è disseminata di sassi pericolanti che potrebbero spingerti nell’abisso del fiume Indo in qualsiasi momento (a maggior ragione se piove)! Fiume che fa paura solo a guardarlo dal finestrino. Fanno paura guardare anche le ruote che sfiorano il baratro ehhh!!

Ho letto su “Alp” che per fare questa strada più di 2000 persone morirono nei lavori! E ancora oggi qualche sfortunato ci lascia la pelle! Ma è stata migliorata e si presenta bene asfaltata almeno fino a Chilas. Kohistan.

Poi dopo qualche km c’è sempre un cartello che ti indica caduta sassi!!!! O curva pericolosa!!! Qui forse dovrebbero metterli ad ogni curva però!!!!!

Chilas è una città del Kohistan dove i filoBinaLaden sono ben piazzati!! E il nostro capo Luciano ci ha detto di non fare molto “chiasso” e “rigare dritto” perché gli occidentali qui non sono visti di buon occhio …. Anzi! Si dice comunque che Bin Laden sia in queste parti!!

Ceniamo in un albergo “1 stella”, abbiamo tutti paura del cibo e di prenderci la dissenteria, di stare male, mangiamo, poco e sicuro, i cibi cotti e, quelli che sembrano più naturali possibili tipo riso, verdure cotte, minestrone, zuppe, pollo, patate! Pollo qui c’è né in abbondanza ed è squisito! Non ci sono ovviamente carni di maiale e non ho notato neppure mucca. Capra sì, invece. La paura però maggiore è quella dell’acqua … non devi bere acqua pakistana sennò ci rimani!! … rimanere no, ma ti prendi una dissenteria da paura e sicuramente ti pregiudichi il buon proseguimento della spedizione. Tutte precauzioni che ti fanno mettere una barriera tra te e la tua fame anche se puoi lo stesso mangiare abbastanza bene e in abbondanza! L’acqua rigorosamente in bottiglia, minerale. E, la sera, tutti veramente cotti dal viaggio!

Abbiamo fatto 2-3 soste, bevuto il milk-tea bevanda a base di the e latte cotti assieme e davvero buona e sicura!!!

Il giorno seguente ci aspetta una tappa corta di circa 3 ore in pulmino fino a Gilgit. L’ex-capitale inglese. Ultima città poi le care montagne!!! La sosta per i “murales” di Chilas e, per il re, sua maestà, Nanga Parbat l’unico 8000 interamente Pakistano (8126mt per la precisione).

5 AGOSTO – PARTENZA IN PULMINO PER GILGIT

Riposati in una bella stanza piena di zanzare Lorenzo ed io ci svegliamo dalle grida di preghiere. Il caldo è enorme. Via! si parte per una tappa leggera ma molto remunerativa. Ci si ferma a vedere i murales di Chilas, antiche scritte religiose su rocce, poi in successione Nanga Parbat da lontano e, il monumento per l’ipotetico punto di giunzione delle tre catene più alte della terra cioè: Himalaya, Karakorum e Hindu-Kush.

Il Nanga Parbat, tra paesaggi brulli e polverose di montagne sempre piu alte, si eleva enorme in lontananza ma, la giornata è splendida e si fa vedere molto bene!! E’ il mio primo 8000 che vedo dal vivo!!! Una certa emozione supplementare la avverto! Eccome!!! Ci fermiamo per scattare foto e subito accorrono bimbi sbucati da chissà dove per venderci pietre preziose. Sbucati dal deserto … Le strade polverose, un paesaggio duro e selvaggio che ti incute rispetto e timore. Anche perché lì a pochi metri c’è il nostro Indo col suo colore limaccioso e severo che scorre minaccioso e ci accompagna fino quasi a Gilgit.

Arriviamo a Gilgit verso mezzogiorno. Scarichiamo i sacconi. Qui faremo la divisione dalla merce che non porteremo su al campo base e la lasceremo in albergo a Gilgit per ritrovarla poi al ritorno. Mangiamo ottimamente sempre però con la preoccupazione di non introdurre schifezze … si sta tutti abbastanza bene!

Poi via alla visita della città di Gilgit … città molto povera e polverosa ma attivissima … qui si arrangiano, c’è di tutto! Qui riusciamo ad ammirare i fantastici camion pakistani!! È forse una delle meraviglie del paese questi camion! Adornati e ricamati così! Tutti elaborati, i pakistani hanno quasi un culto per questi bestioni delle strade!!!

Poi solito caos, inquinamento (di certo i motori diesel non sono euro4!!!), fermento commerciale.

Mezzi intossicati e sudati ritorniamo a “casa”. Domani inizia la vera avventura questa volta in jeep!!!!

Dal diario personale: “Oggi, 5 Agosto partiti ore 7 arrivo ore 11 con giornata splendida e visita dei graffiti, alla grande vista del Nanga Parbat e del crocevia […] molte foto e arrivo a Gilgit tra il solito caos e polveri. Infame!!!

Solito bazar. Sono un po’ stanco dal sonno ma domani si lascia la “civiltà” e con le jeep si arriverà a Ghotulti!! … [ ]

6 AGOSTO – PARTENZA IN JEEP PER GOTHULTI E IL PRIMO CAMPO IN TENDINA

Sveglia presto! Via si parte in Jeep, preparati a dovere i sacconi e sistemati in modo che non finiscano in strada o in acqua, usciamo dall’albergo e montiamo alle due jeep scapottate. Vestiti leggeri ma ben coperti dal foulard al naso e gola per le polveri che inevitabilmente si alzeranno dalla strada sterrata!

La strada risulta interminabile! 12 ore circa di viaggio comprese soste comunque! Ma il sole è cocente anche sul cappello che noi portiam! La polvere si alza fitta dietro alla prima jeep, ma il parapolvere fazzoletto filtra abbastanza bene l’aria intasata. Siamo un tutt’uno con i sacconi e zaini nella jeep! Il nostro guidatore pakistano bravo e non troppo veloce (per fortuna) ci fa ascoltare per l’intero viaggio musica pakistana a volte lamentevole. Poi incontriamo due vicentine di ritorno anticipato, scendono per ritornare in Italia: sono la dottoressa del campo Roberta e la mamma di Anna, Lina … con loro ci abbracciamo e loro quasi piangono! Sono sconfortate dalla loro discesa rapida verso casa, vorrebbero rimanere lì, al campo base allestito a 3912mt, ci informano che il posto è bellissimo come il tempo !!e che hanno battezzato una forcella!! (la prima forcella per il passaggio al seracco del ghiacciaio Chiantar). Le risalutiamo e VIA! Ma il caldo ora si fa insopportabile ci fermiamo a mangiare all’aperto qualcosa di commestibile, sono stanchino è un po’ stordito. Alla sera capirò perché!!!

Ci fermiamo ad ogni “posto di blocco” (probabilmente ogni zona regionale) di militari: controllano chi passa e qualche volta dobbiamo identificarci. Poi Via!

Inutile dire che il paesaggio diviene sempre più bello, duro ma bello!! Si vedono le prime punte ghiacciate della vallata di Gothulti, gente nei campi a lavorare frumento, riso, persone oziose per strada, molti bambini incuriositi, cantieri per fare il catrame per asfaltare la strada. Un mondo a parte! Mi sembra impossibile viaggiare ed essere immerso così, qui!!!!

Verso le ore 17 arriviamo a destinazione! La piana di Gothulti con in fondo il Karka!!! La nostra montagna inviolata di 6222mt.! Sembra vicina ma in realtà e lontanissima. Dopo alcune soste per raffreddare le jeep arriviamo a depositare zaini e sacconi a terra in mezzo a persone festanti per il nostro arrivo in paese!! Molti riconoscono Luciano e Bruno … i nostri che sono passati di qua 4 anni fa nella seconda spedizione in zona! E ci accolgono festanti!!! Dopo 4 anni si ricordano! Finalmente scendiamo dalla jeep! Ma mi rendo conto di stare malino e dopo alcuni passi sono sopraffatto da nausea, mal di testa e scariche! Sono KO! Insolazione? Qualcosa di storto mangiato? Sta di fatto che sono steso e, mentre gli altri fanno un giro per il paese io sono orizzontale per recuperare lucidità! Mai, avrei immaginato di stare così! Di certo non è l’altitudine, siamo qui a 2500 metri.

Alla sera 38.5° mi portano a pensare alla confortevole Italia e che qui sono veramente fuori dal mondo se ne ho veramente bisogno! Sono preoccupato, prendo le dovute medicine, Imodium, un antibiotico, fermenti lattici. Ma il morale non è dei migliori ovviamente!!! Il primo campo allestito con le tende dai nostri amici portatori partiti con noi poco prima, stare così!!! Mangio qualcosa assieme agli altri alla tenda mensa e poi, a nanna senza sacco a pelo perché qui fa molto caldo! Io comunque vado a letto col piumino falcidiato da brividi! Domani mattina mi aspetta il cammino verso Mathantir a 3200 metri. Febbre o non febbre! Prendo una taki! In queste situazioni ti stringi a te stesso e cerchi di gestirti al meglio, sei in gruppo ma sei anche da solo! Devi stare bene tu! Penso anche a casa e che quello che ho non è niente anche se sono disperso! E’ dura, ma cerco di non abbattermi! Qui non c’è la sicurezza dell’Italia, penso … un ospedale…. ai miei … alle persone care… se ho fatto la scelta giusta essere qui!

Mi addormento…. Pensando a molto e a molti. A quello che mi si prospetta nei giorni futuri, quello che potrò fare. Penso di stare meglio, prego.

7 AGOSTO – PARTENZA ZAINO IN SPALLA PER MATHANTIR A SEGUITO DEI NOSTRI PORTATORI

Dal diario personale: “ Da Gothulti con i portatori si parte a piedi per Mathantir […]. Partenza Ore 7.00. Arrivo ore 12.30. Ore 14.30 partenza io e Giorgio per il Bari Lake (3850 metri). Sotto il sole cocente! Deficitato, stringo i denti. Ottima visione di cima Italia! Ritorno a Mathantir verso le ore 19 (3190 metri)”

La partenza è stata dura ma la febbre è scesa a 37.5°. Paesaggi mozzafiato e villaggi primitivi disseminati qua e la con gente a spasso con capre. Altro mondo! Incrociamo donne qui senza velo … non tutte però (un discorsetto sulle donne lo farò più avanti …). Si beve molto e arrivati in un oasi incredibile facciamo il pieno di acqua dopo la dovuta dose di “amuchina”!!! eVia!!

Arrivati a Mathantir siamo accolti dai paesani curiosi e felici! Dopo il pranzetto a base di chapati (pane piadina), miele , frutta secca, marmellata, burro ecc… insomma dopo una colazione decido di partire con Giorgio verso l’ex campo base di 4 anni fa … il Bari Lake! Sto abbastanza bene anche se debole però penso che qui non passeremo più e stringo i denti e parto!! Via!! Il sole è un problema però! Per fortuna la marcia è intervallata da boschetti che danno tregua con l’ombra!! Finalmente arrivati ammiriamo il lago e dove c’erano le tendine. Dietro a noi ammiriamo bellissima, cima Italia chiamata da Bellò così. Salita in solitaria fino ai metri 6189. Altre montagne tutt’intorno. Poi in discesa ammiriamo ancora una volta il Kampur (5500metri circa) e gli innumerevoli villaggi e le bellissime persone vestite sgargianti con veli e mantelle. Una grande coreografia al cospetto del sole di tramonto! Incredibile!!! Le foto rendono meglio più di tante parole!!! (prossimamente in visione ai più ….) Ma gli sguardi delle persone incontrate e la loro serenità restano in memoria!!! Come le molte foto fatte in loro compagnia!! Ci hanno offerto dello yogurt che non ho mangiato … mi spiace aver rifiutato ma la preoccupazione mi ha sopraffatto!! Torniamo alle tende per cena. Stanchi e alla sera caro termometro … segna 38. Ma sono quasi in buono stato. E Via con le pastiglie ….

Domani ci attende la salita per il Campo Base!!! Salita breve di circa 3 orette. Alla notte dopo aver mangiato tra canti dei portatori e rumori di asini si chiude poco occhio. Fa ancora caldino. Buonanotte ora si va a dormire!!!

8 AGOSTO – PARTENZA PER IL CAMPO BASE –

Dal diario personale: “… Partenza per il base camp ore 8 ed arrivo ore 11 con accoglienza delle donne rimaste. Il tempo volge al peggio, speriamo bene per domani. Sono già allestite 2-3 tendine e fatto il “Brocca Peak” mt. 5033. A domani! Qui campo base 3910 metri.”

Stamattina sveglia ore 7 e dopo preparativi siamo partiti alla volta dei Gashukis lake dove sorge il desiderato campo base (CB). Partiamo come sempre dopo aver “colazionato” con frittata, latte, green thea, biscotti e marmellate. Bene incremati protezione elevata procediamo davanti ai portatori e ai loro asinelli. La durata del cammino non è lunga e dopo una pausa nell’ultimo villaggio passiamo dapprima su sentiero poi su rocce e sassi infine risaliamo la morena fino a scorgere le tendine del CB. Io e Giorgio arriviamo per primi alle tende, ci viene incontro Marta festante! Poi abbracciamo un po’ tutti …. Enrico, l’Anna, la Eva … tutti! Siamo felici! Finalmente qui! Si beve! Fa molto caldo qui mentre il resto del campo è o nelle tende o sono in giro in perlustrazione. In una settimana di CB ci spiegano quelli che sono arrivati il 2 agosto qui non hanno potuto fare molto alpinisticamente per il tempo prima brutto, poi per le condizioni della neve e per le continue scariche nei canaloni davvero pericolosi. Sono state allestite delle tende in alto. Successivamente provato ad ispezionare la zona e i passaggi nelle lunghe morene tra i crepacci.

Ma si fa festa! Domani il gruppo “Brunello” (che è arrivato al campo una settimana prima ed è ben acclimatato) parte per verificare l’accessibilità al ghiacciaio di Chiantar. Il Karka è stato messo da parte … troppo distante. Altre cime come il Sugan sembrano meno ostiche e fattibili ma servono giorni ed energie.

La nostra tendina “North Face” che ci accompagnerà per questi giorni è già sistemata! Io e Lorenzo i suoi “abitanti”.

Domani ci muoviamo io Giorgio e chi voglia seguirci, meta la forcella (o più su … dipende quello che si trova […]) quota 4800 circa dietro al campo CB. Spero di essere ok con la salute e la forma!!

INSHALLAH

LUCA

FINE PRIMA PARTE

Dal sito www.adiq.org ,Daniele, alpinista diabetico scrive:

IL SENSO DEL VIAGGIO

Per quanto assurdo possa sembrare sempre mi succede, al momento di accingermi ad un viaggio importante come questo, di chiedermi perché lo faccio. La risposta arriva puntuale durante il viaggio, né prima né dopo, ma durante, e la risposta non ha parole ma parla direttamente allo spirito.
La sensazione che esista solo quella parte di universo che siamo in grado di percepire con i nostri sensi e che tale parte esista solo in quanto percepita, rappresenta il maggiore ostacolo all’intrapresa di qualunque viaggio. E’ come se, quando si lasciano la casa e tutti gli affetti, per un viaggio sufficientemente lungo da creare una barriera nella memoria, questi cessassero di esistere e non ci si sente più molto sicuri di ritrovarli al ritorno come non sapeva Odisseo cosa avrebbe trovato se fosse tornato, in quell’archetipo del viaggio cantato da Omero.
Questa è una delle magie del viaggio, la barriera nella memoria, la perdita parziale di consistenza e significato della nostra vita precedente ad esso, premessa necessaria per l’apertura verso una nuova esperienza.

Bene aveva compreso Fosco Maraini che taluni viaggi ci trasportano attraverso le invisibili ma reali frontiere tra le culture: nettamente si avverte di aver varcato questa soglia approdando ai porti asiatici del Pakistan. Non così sarebbe stato, anche se dopo voli più lunghi, ci fossimo trovati nelle Americhe, in alcuni paesi centro e Sud Africani o dell’Oceania, e meno ancora in Europa. La cultura che ci accomuna nelle aree mondiali suddette, in questa area del mondo invece ci divide.

Proprio queste differenze provocano le più aspre incomprensioni e violenze; per questo sento la necessità di stigmatizzare alcuni dei più radicati pregiudizi e luoghi comuni che, dalla nostra piattaforma culturale cristiana, occidentale, europea e giù fino ai nostri conoscenti, amici e parenti, applichiamo ai paesi orientali e soprattutto ai paesi islamici come il Pakistan, senza alcun beneficio di inventario.

Il Pakistan, la terra dei puri questo significa il suo nome, assieme ad Israele, gli unici paesi al mondo fondati per motivi religiosi e più di Israele, rappresenta una fusione di popoli aventi lingua, culture, tradizioni, diverse, il cui minimo comun denominatore è l’Islam. Gli interrogativi che questa realtà pone sono per altro applicabili ad ogni area extraculturale a quella occidentale e, talvolta, anche all’interno di questa: com’è possibile pensare ad interi popoli come assetati di sangue occidentale dopo aver vissuto tra le genti, comprato nei loro mercati, parlato con loro, mangiato dove mangiano loro?

Com’è possibile stupirsi perché la democrazia non funzioni bene come prodotto di esportazione qualsiasi stile coca-cola?
Com’è possibile credere che l’uso della forza e l’oppressione contro interi popoli creeranno le condizioni per un mondo migliore?
Com’è possibile meravigliarsi se la colonizzazione economica stile F.M.I. (Fondo Monetario Internazionale) e multinazionali non creino reazioni di rigetto economiche e sociali, come un cattivo trapianto viene rigettato da un corpo umano?
E’ possibile finché rimarremmo succubi del nostro protezionismo culturale, del nostro, supposto, primato cultuale, della nostra cieca avidità economica. Succubi del nostro limitato orizzonte culturale, continuiamo a cercare altrove i colpevoli dei mali del mondo.

Il viaggio amplia questo orizzonte, se si ha il coraggio di intraprenderlo, e mette in comunicazione culture diverse; così noi troviamo un senso in questo viaggio che, forse più di altri viaggi, è una matrioska di viaggi ognuno con un diverso e più profondo impatto sull’essere a mano a mano che ne scopriamo i diversi livelli.

Così noi troviamo il senso del nostro viaggio: nella prima parte abbandoniamo la casa e attraverso la vita con il popolo pakistano assaporiamo l’esperienza di una cultura diversa; nella seconda parte, l’avvicinamento, sperimentiamo là il contatto del corpo e dello spirito con il panorama umano ed ambientale che ci circonda e ci accompagna: è il secondo livello di abbandono dopo quello della nostra terra , quello del nostro stile di vita. L’asprezza dell’ambiente naturale fa poi emergere i nostri limiti, spazzando via, talvolta in modo feroce, la crosta di uniformità che ci accomuna. Raggiungiamo così il terzo livello del viaggio, l’abbandono di quanti ci hanno accompagnato, preparandoci ad interiorizzare la via che attraverso noi stessi e sulla montagna , ci condurrà in alto, nessuno sa fino a dove veramente perché se è vero che esiste un dove fisico, la cima, ognuno sperimenterà un viaggio interiore nella più profonda solitudine, la più definitiva conquista.

Il nostro, che è un viaggio circolare, troverà in tal senso il suo compimento, ognuno diverso dall’altro; infine percorreremo all’inverso le varie tappe per riconciliarci con la nostra Itaca. Se pure non vi troveremo i Proci e non vi torneremo irriconosciuti come Odisseo, l’uomo che torna non sarà più colui che partì.

Nessun viaggio altrimenti può dirsi compiuto e solo in questo ogni viaggio trova la sua più vera ragione.
Daniele

GIA’ …….. […..]

NELLA SECONDA PARTE: VITA NEL CAMPO BASE, LE SALITE E L’ATTRAVERSAMENTO DEL CHIANTAR!!!!!

 

 

PAKISTAN 2004 – SPEDIZIONE ALPINISTICA ESPLORATIVA NELL’ HINDU RAJ – KARKA E CHIANTAR

– SECONDA PARTE –

9 AGOSTO – CAMPO BASE –

Dal mio diario personale: “Dura notte insonne tra diarrea e febbre ..[…]. E’ dura, oggi dovevo andare con Giorgio in forcella quota circa 4700 ma sono troppo giù! Ma ci andrò successivamente! […] Oggi vita da CB tra noia e poco cibo. Giorgio parte da solo ed arriva quota 4600 al limite della rampa di ghiaccio [..] Intanto il gruppo di Franco (con Enrico, Pino, Eva, Marta ed Anna) parte (staranno via 3gg) per “abilitare” il valico che porta al Chiantar Glacier e verificarne la sua fattibilità.

La salute oggi va un po’ meglio ma è dura mangiare pakistano!

A tavola parlo con Beppino che m’informa come arrivare alle tendine alte e per rifare magari il Brocca Peak. [….]”

La sveglia al campo è alle 6:40 quando il sole si affaccia al di qua delle alte montagne che ci sovrastano! Quando il sole ci dà il benvenuto noi ci alziamo! E iniziamo a scaldarci. L’acqua per lavarci è dei laghetti splendidi dietro al campo: due piccoli bacini d’acqua che di mattina è davvero gelida!!!

In questo giorno tutto relax per recuperare forze e lucidità ma soprattutto per guarire questa fastidiosa infezione intestinale che mi perseguita da Gothulti e m’indebolisce assai!! Spero di stare meglio, prendo medicine ed antibiotici. Anche Lorenzo è un po’ giù ed è al campo per riposare. In questo giorno ci prendiamo relax e confidenza un po’ coi portatori e cuochi (davvero bravi). Hanno l’aspetto di persone adulte ma alcuni di loro sfiorano nemmeno i 18! Si parla e si spiaccica un po’ di inglese che molti sanno parlare … Sembrano provati e duri ma hanno uno sguardo amichevole e intensissimo! Alam, Amin le nostre due guide, Najaf e Amat i portatori d’alta quota, Sartagi e gli altri cuochi ed aiutanti.

Il campo è sistemato tra piccoli rododendri e sterpaglie. L’acqua che scende dai torrentelli è stata fatta deviare in modo che scenda vicino alla tenda cucina in modo da lavare “comodamente” pentole e altro. Sopra a questi torrentelli c’è una piccola sorgente dove ci si può fidare per prendere l’acqua (meglio se con l’aggiunta di amuchina, come ho sempre fatto!!). Al nostro arrivo tutto è sistemato. (Se fossi partito prima […])

Dimenticavo! I nostri portatori sono saliti con una capretta da sacrificare nei giorni successivi … purtroppo ….. ma qui siamo!! E dobbiamo pure mangiare!

Oggi giretto intorno al laghetto per fare digestione … 

Domani si decide con Giorgio, Bruno R., Lorenzo di raggiungere la prima tendina a quota 4400 per acclimatarsi e magari andare più su …

INSHALLAH (ossia … se Dio vorrà!)

10 AGOSTO – CAMPO BASE – ESCURSIONE AL CAMPO “A”, QUOTA 4400

Dal mio diario personale: “Escursione al campo intermedio a 4400metri ..[…]. Partito (con Bruno R., Giorgio e Lorenzo) alle ore 8.30 tra crepacci e scariche di sassi […]. Arrivo ore 12.30 in tendina. Alle 16 al campo.

Che posto pericoloso è questo qua! Nessuna notizia dal gruppo “Franco”. Speremo bem. Notte”

Questo giorno mi muovo! Noi 4 “visitiamo” la lunga morena affilata, sassi, e poi più su, il ghiaccio e le sue insidie. Difficile orientarsi, perdiamo la via, gli ometti messi da quelli che ci hanno preceduto sono qui e la, alla fine perdiamo un’ora e più per ritornare sulla via giusta.

Arriviamo alla tendina sotto il Brocca Peak, la tenda “A”. C’è molta neve. Tutto attorno montagne alte che incutono timori e a ben ragione. Ma il contorno è paradisiaco! Personalmente ho fatto una gran faticaccia, sono arrivato con la lingua per terra dopo i miei compagni ma, febbre ed antibiotici mi hanno falcidiato … Giorgio mi dice … “che testa dura che hai!!!”  ma, siamo qui per esserci bene o male no!!!? Giorgio poi sale al pianoro successivo timoroso, il piano porta alla seconda forcella quota 4650 da cui si vede la cima del ghiacciaio Chiantar che deborda dalla cresta. Sopra, un’enorme distesa piana di neve! Giorgio sale un po’ ma poi desiste e tutti e quattro ritorniamo al CB. Di qua ho l’impressione che passeremo molte volte!!!! Alla sera cambio strategia … Antibiotico più forte!! Non ne posso più! […]

11 AGOSTO – CAMPO BASE – FORCELLA QUOTA 4700!

Dal mio diario personale: “Ancora febbre ma Ciproxim fa qualcosa. Non so se rimanere al campo a riposare oppure seguire Luciano, “Brocca”, Beppino e gli altri che vanno a risalire la forcella fino alla cresta Italia. Alla fine dopo che loro son già partiti da un’ora decido di salire da solo, leggero e senza troppe pretese anch’io! Salita sfaticante per roccette diritto fino a raggiungerli all’attacco del ghiaccio. Qui mi fermo (sono leggero: senza ramponi e piccozza), saluto gli altri che vanno in esplorata e ridiscendo. Alla prossima volta!! Alle 14 sono al CB.

Chissà che non abbiano scoperto qualcosa di salibile! Oggi torna il gruppo “Franco” di cui non abbiamo notizia da 2 giorni ormai (le radio non funzionano!)! Stasera solito!! Sempre febbre! C…[..]!!”

L’altitudine si sente, i passi sono diversi dal normale e devi essere meno veloce ma costante e, le pause sono più frequenti come il bere! Bevi tantissimo 4-5 litri al dì compreso nei pasti. Anche perché il caldo e enorme quando c’è il sole! E’ bella la sensazione di camminare dove non ci sono sentieri, dove nessuno è passato di lì! Cammini come sospeso, ogni passo sembra un’avventura, sei attento e curioso. Guardi per terra, i massi che si muovono sotto i tuoi piedi, i fiori, ascolti il battito del cuore e ogni tanto ti guardi attorno, immenso. E poi ritorni. Alla tua casa di adesso! Le care tende del CB!

Alla sera ritorna il gruppo “Franco” con buone notizie … il passo si può fare … c’è solo un punto delicato ma attrezzato a dovere non presenterà grossi problemi. C’informano che hanno tentato una cima di 5700 metri ma la neve fresca della nevicata di questi giorni non gli hanno permesso di salirla. Intanto hanno ammirato la gran distesa del ghiacciaio da uno spuntone di roccia a 5300!

12-13 AGOSTO – ACCLIMATAMENTO ALLA TENDA “A” E “B” 4500 – FORCELLA “ROMAN” 4650

Buone notizie per me! Stamattina niente febbre!!! Via! Si parte per stare via due giorni in alto! Io Giorgio Bruno R. e Amin, la guida pakistana. Per acclimatarci e per vedere le condizioni del passaggio verso il Chiantar! Mentre gli altri scendono al Barhi Lake 2gg. Sto bene finalmente! Debellata l’infezione! Ho la testa leggera e tanto voglia di fare! Si dormirà su neve! La mia prima volta!

Dal mio diario personale: “Si parte alla volta dei campi A e B e C magari. Io, Giorgio, Bruno R. e Amin più Amat portatore d’alta quota per visionare il percorso che faremo tra pochi giorni con tutto il gruppo. Giorgio ed Io dormiamo al campo A (4400metri) mentre Bruno R. e Amin al campo B (4500metri). Bellissima vita da tenda in mezzo alla neve! Sensazione unica e tutto a posto con la salute e la compagnia! Giorgio ed Io accompagniamo al campo B Bruno e Amin salendo la forcella Roman quota 4650. Da li ammiriamo la cuspide del ghiacciaio del Chiantar e il Karka in fondo! La forcella è molto ripida e quando saliremo con tutto il gruppo ed i portatori si dovrà mettere una corda fissa qui!

Per arrivare alla tenda A ci abbiamo messo metà tempo rispetto alla prima volta! Abbiamo imparato la strada e la condizione è migliorata!! Dalla tendina A alla forcella c’è un’altra ora e mezza poi lo strappo finale delicato fino alla forcella. Con noi i due pakistani felicissimi di questa uscita!! Sono estasiati e scattano foto! Alla forcella ci fissiamo appuntamento il giorno successivo, sempre li! per le 9. Giorgio ed Io ritorniamo alla tendina A mentre Bruno e Amin scendono alla tendina B nell’altro versante. Amat scende al CB.

Raggiungiamo la nostra tendina alle 14.30 […]. Qui ci scaldiamo e mangiamo con la razione d’alta quota preparata in Italia. Ottimo minestrone e brodo. Si beve tanto. Poi una sbirciatina al sole che scende fuori e via! Sotto il piumino del sacco a pelo! Al caldino! Fuori sottozero….

Sveglia ore 6 del giorno dopo! Dopo una buonissima notte (tutta na tirata!), nessun mal di testa, solo qualche colpo di tosse. Mangiare ottimo e ottima colazione coadiuvata dal grande Giorgio (esperto in fornelli in poco spazio in accampamenti del genere…). Ore 7.30 Via! Saliamo per l’ennesima volta la forcella Roman per dirigerci il più possibile al campo C a 5150 metri.

Resto deluso… raggiunto la forcella nuovamente scendiamo al campo B ma Bruno e Amin vogliono tornare indietro come Giorgio che ha dormito poco la notte. Io vado un po’ avanti fino alla tendina B poi, faccio retrofront per raggiungere i miei compagni già sulla via del ritorno …e rifare l’ennesima forcella!

[…] penso che di lì bisogna passare per valicare sul ghiacciaio di Chiantar! Amin se ne è reso conto della situazione e ritorniamo. Sono in buona forma e credo sia abbastanza acclimatato. Lo sento. Ma la speranza di fare una qualche cima cala sempre più col passare dei giorni. Sono felice per Amin , abbiamo fatto molte foto con lui. Si vede che è estasiato per questo giro che si prospetta! E’ come un eroe quando ritorna.

Già! A una cima mancano effettivamente 3 giorni. Infatti si è deciso di partire da questo abulico campo base il 17 Agosto alla volta del Chiantar Glacier. Magari, facendo il giro sopra, c’è la possibilità e il tempo di fare una salita … qualcosa! Intanto 3 giorni da riempire qui in questa vallata impossibile dove pericoli di sassi, scariche e difficoltà estreme non hanno permesso nessuna salita rilevante a nessuno di noi. Come ha detto Gigi: “mettiamo una croce sopra a questo posto!” […]

Vorrei fare un’ultima cosa qui al CB. Salire dove ero salito nei giorni scorsi fermandomi a 4700 in forcella e spingermi oltre fino ai 5080 metri della crestina di cima Italia dietro al CB. Domani o dopodomani vediamo anche i programmi degli altri. Già! […] qui il tempo passa e sto pensando … e se fossi partito una settimana prima? Potevo fare qualcosina in più sicuramente integrandomi meglio nei piani del gruppo “Franco”. […] Comunque ne è valsa la pena arrivare fin qui! Sono abbastanza contento così! A Domani! LUCA “

14 AGOSTO – CRESTA DI CIMA ITALIA, METRI 5080

Giornata splendida e alla mattina io e Bruno R decidiamo di partire per la cresta! È l’ultimo giorno possibile di escursione perché il giorno dopo ci saranno i preparativi per la partenza fissata il 16! Il resto del campo è in relax.

Dal mio diario personale: “Partenza ore 9.30, alle 12 a 4700, ore 14 alla cima della cresta! Ottima visione e giornata incredibile!!! Parto con Bruno R. E’ la massima altezza raggiunta da me finora! Sono molto contento!!!

Domani giornata di preparativi per la partenza fissata il 16 Agosto! E’ stato bellissimo arrivare ai 5080 dall’alto si spaziava su un grande panorama. Dietro a noi, possente cima Italia 6189! Davanti a noi un’infinità di picchi e montagne ghiacciate! E un cielo da fiaba!!

Credo che tirando le somme, con oggi, sia positivo il mio bilancio, considerando la mia 1° esperienza, che sono partito tardi di una settimana rispetto agli altri e che al campo sono rimasto una settimana (dal 9 al 15). Considerando anche la febbre per 4 giorni ….[…]”

La salita è impegnativa e mai banale fino all’ometto di cresta. Oltre la cresta il baratro e una cornice di 4-5 metri che nasconde il vuoto di migliaia di metri. Salendo, avverto belle sensazioni strane e, aspettando Bruno dietro a me, verso i 4900, sento le mie orecchie fischiare. Tutto benissimo! Poi foto di rito sui 5080 metri della cresta e discesa sempre con la massima attenzione!! Dall’alto abbiamo percorso con gli sguardi l’ipotetico percorso fino al Ghiacciaio di Chiantar che ci aspetta!! La, in lontananza!! Molta! Le distanze qui, infatti, sono veramente enormi! Puoi fare solamente 500 metri di dislivello impiegandoci anche 5 ore! Sono distanze incredibili, vallate enormi!

Scendiamo contenti, io porto a casa una bella pietra! E molte foto! Bellissimo!

15 AGOSTO – RIPOSO E PREPARATIVI PER LA PARTENZA PER IL CHIANTAR GLACIER!

Dal mio diario personale: “Oggi riposo, preparazione e divisione dei sacconi! Quelli che vanno a Gilgit li ritroveremo al ritorno, quelli che vengono su con noi al Chiantar ai portatori, noi abbiamo il nostro zaino. Si sta smobilitando il campo e stamattina abbiamo fatto le foto di rito. Tutti in divisa “Karka” contenti comunque di lasciare il posto verso il vero obiettivo di questa spedizione: attraversare per intero per la prima volta in assoluto il ghiacciaio di Chiantar!! Ora si và a mangiare … [..]Il tempo è sempre ottimo! LUCA”

16 AGOSTO – GIORNATA “IPOTETICA” DI PARTENZA DAL C.B.

Dal mio diario personale: “[…] I portatori non arrivano, ci alziamo col fischio di Pino alle 6.00. Colazione alle 6.30. Franco, Marta, Enrico, Pino e l’Anna assieme ai due portatori d’alta quota partono prima per attrezzare la via del seracco al Chiantar. Noi dividiamo i bidoni e i sacconi per Gilgit e per la salita. Aspettiamo … Aspettiamo i portatori che dovrebbero arrivare … Il gruppo “Franco” parte … Noi aspettiamo fino alle 13. Tutti pronti per partire coi scarponi ai piedi … gli zaini che “trepidano” …La delusione è enorme! Non arrivano. Ieri avevamo occupato la giornata per prepararci alla partenza e oggi siamo delusi e sospettosi. Siamo arrabbiati… […] Sembra che il gruppo già partito sotto la guida del capospedizione Franco Brunello incurante dei portatori (loro hanno comunque un po’ di viveri d’alta quota…) e orgoglioso di una possibile loro cima (forse il Sugan?) vogliono sollevare questa spedizione alpinisticamente “flop”! Ma qui siamo veramente tutti arrabbiati!! Tutti hanno dato il loro contributo in tutti i sensi …[…]! Polemiche a non finire.

Sembra che arrivino stasera i portatori. Forse no. Vediamo se sarà vero. Domani allora potremo partire anche noi (sempre col bel tempo) ..[…] Sono deluso di tutto ciò! L’alpinismo non và d’accordo col trek?

Mah a domani per tirar le somme di tutto questo …[…] LUCA”

Ecco i primi screzi inevitabili quando si è a che fare con un gruppo di 24 persone. A maggior ragione quando succede qualcosa di poco chiaro perché dubbi e sospetti poi sono alimentati in un vortice vizioso. La non chiarezza ci porta a valutazioni magari esagerate ma che in quel momento sembrano opportune! Veramente! Quando in ballo c’è una cosa desiderata da tutti e molto! Dove forze muscolari, mentali e finanziarie ci hanno portato qui per fare e realizzare qualcosa di importante per noi. Aspettiamo! Tutto il giorno ma dopo un po’ ci rassegniamo, poi, dopo la rassegnazione scoppiano le polemiche con l’agenzia “poco presente” che teneva particolarmente a questo giro, al capospedizione partito a cuor leggero, noi che non sappiamo che fare se i portatori non arrivano il giorno dopo! Che fare? Salta tutto??! E gli altri che sono in Avanscoperta ritorneranno indietro? Ovviamente non hanno cibo sufficiente per fare da soli il giro del ghiacciaio!!! Qualcuno insinua che sono partiti apposta cosi, per fare solo loro il giro oltre a tentare qualche cima ….

E la radio non funziona mannaggia!!! Bisogna avvertirli che qui noi abbiamo problemi! Amin ci dice che se domani partiamo è un miracolo! Il morale è sottoterra, Luciano responsabile del trekking impronta un nuovo programma per ridiscendere in fretta e furia questo posto: fare il giro del Batura. Altra zona. Ma gli altri? Che fare?

Dov’è il capospedizione? Chi decide?

La sera restiamo fino a mezzanotte a discutere e sperare per l’arrivo dei portatori! Amin ci dice che c’è un 20% che i porters arrivino in tempo dai villaggi del fondo valle … C’è difficoltà nel “reclutamento” … dice che hanno paura della neve e del giro inedito. Senza di loro non faremo niente! Chi porta tutto il materiale e i nostri sacconi? Pesano a testa sui 20kg. Senza i portatori non siamo niente! Speriamo! Per i portatori in arrivo, il tempo bello. Inshallah

17 AGOSTO – DAL DISASTRO AL …. SOLLIEVO – CAMPO A 4500 METRI

Dal mio diario personale: “Un disastro! Fuori dalla tendina tuona e piove. Mattina presto. Gli altri sono via a fare chissà cosa e con quale sfacciato orgoglio e non rispetto per noi che aspettiamo i fantasmi (a questo punto) portatori. Fa veramente sch…o[…]. Brunello è capospedizione ma ha già ricevuto un libro di critiche in questa fallimentare spedizione! Luciano propone di attuare il piano alternativo Batura, più breve, per rattoppare in qualche maniera lo strappo. Gli altri dispersi non si fanno sentire alla radio! Dovremmo avvertirli della nostra discesa, ma come? Fuori è brutto e io, Beppino, Giorgio e Beppe abbiamo mezza idea di andare incontro al gruppo “Franco”. Ma fuori c’è brutto tempo! Allora? Proviamo a riassestare la radio … niente. Il tempo stringe per fare il cambiamento di programma … c’è il rischio che salti tutto anche il Batura. Facciamo il conto di scendere a Gothulti al massimo gia domani sennò meglio ritornare in Italia…[…] Ci guardiamo tra polemiche e parole accese. La decisione ultima è del capospedizione disperso tra i valichi? O no? Come ci si comporta per sbaraccare? Tornare in Italia? Speriamo che il gruppo eroi ritorni nella “buona ragione” e nei propri passi e che domani sia un giorno migliore e di sole … a dopo. Schifo! LUCA

Ore 10.15, FINALMENTE SI PARTE! Arrivano 14 portatori e così VIA! Verso il Chiantar! Partiamo come molle con una carica incredibile! Ore 12.50 arriviamo già alla tenda “A” che viene smontata. Ore 15 al campo B smontato e lì aspettiamo i portatori per allestire un nuovo campo sotto proprio al valico del Chiantar. Il morale è salito ma restano screzi. Siamo a 4500 metri circa. Domani di buona ora si parte verso la cima del ghiaccio quota 5200 circa. La via è attrezzata da corde e fittoni dal primo gruppo partito. Oggi incontriamo al campo nuovo Enrico, sceso per darci una mano per domani e, il portatore Najaf, soprannominato “cavallo pazzo” fortissimo! Per me tuttok! Dormirò bene qui! Lo sento!  LUCA“

Tutto risolto! I portatori arrivano come angeli! Sono giovanissimi, fanno il loro mestiere, hanno una fibra forte, sono vestiti con stracci, con scarpe vecchie da ginnastica, qualcuno non ha gli occhiali indispensabili per passare il ghiacciaio sennò rischi di rimanere danneggiato alla vista o peggio … Li guardiamo contenti e loro con semplici sguardi ci salutano e montano alle proprie spalle chili e chili di roba (pentole, tenda mensa, cibi, sacconi.. …) legata a malo modo con corde e lacci alle loro povere spalle! Ma è il loro lavoro continuo a pensare! Sono contenti eppure!! VIA! Partiamo veramente! Il tempo si rimette al bello. Loro con le scarpe da ginnastica bucate, senza giacca pesante, nel ghiaccio … incuranti delle avversità e felici … noi “supertecnologici” incazzati. Già!

18 AGOSTO – CIMA GHIACCIAIO CHIANTAR 5200 METRI – CAMPO A 5100 METRI

Dal mio diario personale: “E FATTA!!! MERITO DI TUTTI NOI E SOPRATTUTTO DEI PORTATORI, ECCEZZIONALI VERAMENTE! Qui ora Campo “D” quota 5100. Stamattina partiti ore 7.30 il primo gruppo e, verso le 10.00 il gruppo portatori con Giorgio ed io in coda come”battiscopa” per recuperare corde, fittoni,e chiodi da ghiaccio e per aiutare i portatori in salita. Ottima esperienza a parte qualche problema con gli scarponi…[…]. Tolto corde fittoni e chiodi e messi nelle nostre spalle!!! E siamo diventati portatori!!! […]

Arrivo in cima verso le 15.00 con gioia e liberazione immense e spettacolare veduta !!!

Brunello, il capo “fantasma” non c’è […] è più avanti con la “sua” Anna …[…] mah …

Domani tappa “tranquilla” di poca pendenza sempre in discesa verso il capospedizione (?). […]”

Tanto freddo! La mattina aspettare che tutto il gruppo portatori parta! Io e Giorgio infreddoliti assistiamo ai preparativi dei porters e i loro litigi per concordare tra di loro paghe e misure dei pesi da portare … e chi porta di più in termini di chili sulle spalle … più guadagna. Aspetto! e dopo avere tolto la tendina dalla neve (altri miei compagni hanno dormito su sassi) cerco di muovermi e batto i piedi! E’ freddino e il sole è ancora lontano! Molti portatori sono in preparazione altri sono già ok per partire, chi col bidone e il saccone sulle spalle, chi con le uova (Si! Uova!) chi con la brocca nelle mani per il the! Al posto della picca!!!! Lavorano per noi! Io li guardo con un sorriso tirato ma ammirato per la loro forza! Hanno dormito per lo più fuori quella notte!! Finalmente si parte! Giorgio ed io dietro ai nostri amici. Che arrancano tra sassi e neve dove il pendio si fa ripido. Sosta. Si scattano molte foto! Ci stringiamo le mani e scambiamo qualche battuta tra di noi! Amin e i loro portatori sono sempre sorridenti! Ma la fatica deve ancora venire! Superata la crestina di sassi ecco il ripido canale di neve che porta alla prima corda fissa per l’uscita al seracco … passaggio più delicato! Giorgio ed io raccogliamo quello che c’è da raccogliere. Poi assieme ad Enrico venuto a dare una mano anche lui assistiamo i portatori al pericoloso traverso su ghiaccio del seracco. Noi ramponi ai piedi … loro con le sole scarpe da ginnastica! Superano l’ostacolo! Sempre con l’aiuto delle corde fisse ma, con un peso che al minimo dondolare ti porterebbe a precipitare per centinaia di metri nel vuoto sottostante! Molti portatori si fermano per riacquistare fiato e forze e per risistemarsi i carichi! Molte volte ho temuto di perdere qualche carico che vacillava paurosamente!

Gli ultimi sforzi! Si sente un po’ la quota, siamo vicini ai cinquemila metri e, dopo aver raccolto tutte le corde e i chiodi saliamo verso il passo, sempre con la massima attenzione per evitare gli ultimi crepacci in traverso e su! verso la cima del ghiacciaio! Piano piano tutti i portatori arrivano in cima, stremati …

E’ FATTA!! Sopra abbracciamo il resto del gruppo salito molto prima! Io e Giorgio depositiamo i vari chili di corde e ferraglia a terra e ci gustiamo l’immenso attorno a noi!! Ci abbracciamo tutti l’uno con l’altro! Siamo un po’ stanchi ma felicissimi! Foto e poi foto! Una coperta sulla neve e mangiamo! Come il giorno prima a ginocchia a terra! Diventerà una costante … facendo il giro non abbiamo le sedie come al CB! E chi le pretende da questi angeli poveri portatori!!!!!

Pino ci attende sopra con il the! Poi c’informa che Brunello e Anna sono andati in avanscoperta in discesa del ghiaccio. E’ un po’ seccato sembra per questo! Troviamo anche Marta con qualche problema agli occhi dopo tre giorni qui. Ma qui non c’è tempo per polemiche e Gino Brocca inizia a cantare “Signore delle cime”!!! Qui!!! Brrrr

Poi scendiamo un po’ per mettere il nuovo campo a 5100 metri in mezzo ad un’infinità di bianco: larghezza 5 km e lunghezza 36. Ma non si vede il fondo! Tutto attorno montagne incredibili. Dopo cena (ottima come sempre) a nanna nella confortevole tendina. E dormo senza problemi! Bene per domani!

19 AGOSTO – INIZIO DELLA DISCESA DEL GHIACCIAIO!!

Dal mio diario personale: “Partenza dal campo verso le ore 8.00 e ritroviamo Brunello e l’Anna! Discesa nel ghiacciaio di Chiantar. Stupendo! Giornata variabile. Ore 17 ci accampiamo quota 4300 in morena e tende sopra la ghiaia. Speriamo di dormire! Tappone di circa 9 ore tra neve, ghiaccio e crepacci. Ma abbiamo fatto molto bene: circa 18Km o più… dei 36 totali. Domani discesa verso campo 3700 per poi risalire. Ciao! LUCA”

Alla mattina sveglia sotto un po’ di neve fresca. Fa freddo ma ci scaldiamo subito con la colazione. I portatori che, durante la notte, qualcuno stava male per aver preso freddo dopo mangiato, iniziano a danzare e cantare in mezzo alla neve!! Incredibile! Poi, preparati, tutti giù a camminare…. Ma giù sembra di non andare! Il ghiaccio è pianeggiante!!!

Aggirati e così evitati abissali crepacci con l’aiuto delle bandierine rosse lasciate, troviamo Franco e l’Anna accampati e affamati come non mai ad aspettarci!! Dietro, “troviamo” anche il Karka un po’ nascosto dalle nuvole ma impressionante!! E via! Giù! Più km possibili!! Fino al campo a quota 4300 circa dopo un lungo giorno di cammino tra vedute fantastiche! Solo 800 metri di dislivello in discesa!! Ma tutto è tranquillo … in questo giorno. Domani altra avventura non sarà di meno … Inshallah

20 AGOSTO – DISCESA DEL GHIACCIAIO COMPLETATA!! CAMPO A 3900 METRI

Dal mio diario personale: “Oggi partiti verso le ore 8.00. Abbiamo percorso il ghiacciaio fino in fondo. Stupendo! Tra molti crepacci. Tempo ventilato e solare. Arrivo alle 17.30 al nuovo campo per un tappone! Sistemato il campo a quota circa 3900. Attraversato diversi guadi a piedi nudi!! Che tortura nell’acqua gelida!! […]

Domani arriveremo a quota 4200 circa verso il passo Darkot sopra il Ghiacciaio di Zindikaram dove metteremo il campo. Oggi visti parecchi yack! Stasera cena ore 20. A domani! LUCA”

Proseguiamo la discesa nel bel mezzo del ghiacciaio tra montagne che assumono varie tonalità di marrone. Il ghiaccio, dapprima piatto, diventa crepacciato più giù soprattutto quando, s’incontra con un’altra lingua glaciale laterale. Zigzagando, in ordine, attenti a dove si mettono i piedi e saltando i crepacci, si scende senza molti intoppi … assieme ai portatori. Un saccone cade in un crepaccio e per fortuna si ferma subito … tutto a posto! Recuperato! Arriviamo fino al fronte del Chiantar! Incontriamo il suo laghetto e sabbia dove mi insabbio i piedini bisognosi di cure …. Na goduria! Ma non sanno quello che aspetterà loro! (i miei piedi). I guadi d’acqua gelida!!! Ahhhgggg!!

Scarponi in spalla, scalzi e pesanti dello zaino, attraversiamo questi torrenti con acqua gelida e tumultuosa fino alle ginocchia!! Non vedi dove metti i piedi! Sotto, senti solo sassi. Devi rimanere in equilibrio per non essere trascinato dalla corrente! In spalla ciò la mia macchina digitale!! Ho paura che mi cada in acqua .. sarebbe un disastro! Tre quattro torrenti superati, i piedi che urlano come la mia gola secca!! Un sospiro di sollievo quando vediamo al di là l’erba!!!! Si erba!!!!! Verde!!!! Risaliamo per porre il nuovo campo. Lasciamo la valle di Yarkum dove scende l’immenso ghiacciaio percorso totalmente per la prima volta da esseri umani … lasciamo il torrente Yarkum che tanto ci ha fatto penare … e pestiamo verde finalmente!! Faccio delle foto a degli yack in pascolo e finalmente troviamo una zona con acqua più o meno sicura. Poi ci rendiamo conto che così non è .. sopra di noi ci sono capre a volontà in pascolo… ma è tardi e ci accampiamo lo stesso! Insieme all’acqua berremo molta amuchina!!! 

21 AGOSTO – CAMPO SOPRA LA PIETRAIA A 4300 METRI

Dal mio diario personale: “Oggi visto lo spettacolare balcone dal cippo sopra il colle del campo: tutta la valle di Yarkum, la valle di Karambar e di Chiantar fino alle prime montagne dell’Afghanistan!”[…]

Siamo partiti dal campo quota 3900 circa verso le ore 10.30 per il ghiacciaio Zindikaram e al passo omonimo.

Ore 13 pranzo sempre sopra a sassi come tavolo. Ore 14 ripartiti e arrivati all’accampamento ore 15.30 nel mezzo del ghiacciaio (siamo a metà del suo percorso). Lavoro massacrante per improntare una piazzola decente per la tendina! Sopra i sassi!! Ma dormiremo così? ci chiediamo io e Lorenzo… […] Domani verso il passo Darkot quota 4600 metri e discesa a Darkot. Bel “sgroppone” …. Ma ultima salita […]

Escursione lunga per arrivare al campo intermedio nel mezzo del nuovo ghiacciaio Zindikaram…. Un ghiacciaio regolarissimo che sale lentissimo! Abbiamo qualche problema nell’individuare la zona dove accamparci … alla fine si decide per il posto meno peggio … sopra pietre taglienti!!! Ma io dormo stupendamente!! Anche Lorenzo!! Dopo avere fatto molte operazioni chirurgiche sotto al telo della tendina … (tolto e messo per riempire i buchi molti sassi ..[…]). Si dorme in una zona da fiaba!! Non si può descrivere!!! Mi sembra di non esserci stato ora che scrivo da casa mia!!!! Incredibile!

22 AGOSTO – CAMPO 3090MT. – SALITA ALLA CIMETTA CENTRALE DEL GHIACCIAIO 4840 METRI

Dal mio diario personale: “Partiti ore 8.00 dal campo a 4300 arrivo al passo di Zindikaram 4650. Festa dei portatori, canti di gioia!!! E’ stata l’ultima salita per tutti …o quasi … infatti, Pino e Franco vogliono salire la cima al centro del ghiacciaio! Siamo ai suoi piedi ed io, decido di seguire Pino e Franco nel ripido pendio nevoso che porta alle roccette. Si! Li seguo! E’ cimetta quotata 4840 metri. Terreno però friabile e sassoso fino in cima con qualche passaggio in arrampicata. Faccio l’ometto alla cima! E grandi visuali sul circostante spazio!! Tutte montagne sui 6000 –6500 metri intorno a noi! Sono molto contento oggi perché mi sono davvero divertito anche in discesa dalla montagna. E’ sorprendente quanto sia vario quello che vedi quando cambi posizione!!!

Al ritorno ci ricongiungiamo al resto del gruppo per la “visita delle terme”. Bagno i miei cari piedi ma scotta troppo! Lavo la faccia con l’acqua sulfurea…[…]

Ahime! Siamo agli sgoccioli del trek. Il campo nuovo è sull’erba!! Intorno un villaggio. Domani circa 3 ore ci dividono da Darkot dove faremo sicuramente sosta con l’ultimo campo. Qui siamo a 3090 metri anziche 3700 previsti. Al ritorno, chiacchiero con Enrico […]. A domani!!! Stasera grande festa con danze pakistane e fuoco!!!!

Oggi sono contentissimo! Ho dormito benissimo la notte sopra i sassi, sono arrivato a una cimetta, visto altri panorami mozzafiato, conosciuto meglio persone compagne di viaggio, e fatto un grande discesone di quasi duemila metri! Sono rimasto molto a lungo ancora coi portatori alle “terme” (passiamo questo termine và … terme!): è un piccolo lavandino dove sgorga acqua sulfurea a circa 50° e più! Non resisti coi piedi immersi!! E tutti i pakistani della zona, ogni tanto, attingono a quest’acqua… qui abbiamo incrociato molte donne, scoperte, che pellegrinavano in questo posto. Ci salutavano!! Arriviamo finalmente al campo vicino a un villaggio di pastori e contadini. Stiamo “rientrando” a poco a poco con la gente del posto, alla civiltà!! Sembra essere indietro di cent’anni con la storia, vedi situazioni primitive ma non sei preoccupato, anzi! Alla sera grandi balli e canti con i portatori scatenati attorno al fuoco!!!! Domani si và all’ultimo campo e in me c’è sia gioia che dispiacere!!!

MA LA STRADA E’ ANCORA MOLTA DA PERCORRERE PER ARRIVARE ALLA META!!!!!

LUCA

NELL’ULTIMA PARTE: RITORNO, CONCLUSIONI E RIFLESSIONI DEL VIAGGIO

 

 

PAKISTAN 2004 – SPEDIZIONE ALPINISTICA ESPLORATIVA NELL’ HINDU RAJ – KARKA E CHIANTAR

– TERZA PARTE – RITORNO E RIFLESSIONI –

23 AGOSTO – CAMPO A 3090 METRI – DISCESA A DARKOT

Il vento della notte soffia forte e spinge le pareti della tendina in un gonfiarsi e sgonfiarsi ad intermittenza che quasi da fastidio, sembra dirci che il tempo per noi sta per scadere qui! Purtroppo!! E si dorme poco anche se il posto d’accampamento è una splendida erbetta. Ma finalmente ci si alza.

I portatori sono già pronti per prepararci la colazione e per trasportare bidoni e sacconi. Davanti a noi arrivano contadini e molti bambini graziosi. La sera prima, avevamo visto i bimbi giocare con le loro fionde rudimentali a bersaglio delle nostre bottiglie-borraccie di plastica vuote.

Attorno a noi, case di paglia e legna di contadini e pastori, polli, capre ed asinelli adibiti al trasporto di frumento e legname.

Mangiamo seduti nelle nostre povere ginocchia ma ormai ci siamo abituati a rimanere così. Poi zaini in spalla e via verso una discesa che sa di nostalgia. Grande Nostalgia per un modo di vita che non sapevo esserci ancora. Salutiamo le persone abitanti del posto, molti bimbi, donne ed uomini dai lineamenti marcatissimi.

Le nostre bandierine rosse di riconoscimento sventolano ancora al vento. Al vento che tutto fa passare e porta via. Il vento fastidioso ora si tramuta in dolce nostalgico compagno verso l’ultimo campo di Darkot a 2800 metri di quota circa. Via! Si parte, ed io mi attardo in coda! In cuore mio c’è la volontà (strana ora dico) di rimanere ancora la, immerso in un mondo lontano e difficile da concepire, coi suoi ritmi e le sue ricchezze che non vogliono dire “PIL”. Immerso tra montagne e vallate con acque e oasi impressionanti. Davanti a noi montagne senza nome come i suoi abitanti e le loro storie.

Via! Scendo con un “groppo” alla gola, so che siamo agli sgoccioli della nostra grande avventura e, nei miei passi al rallentatore cerco di assaporare e vivere gli ultimi attimi di questi giorni, in questo mondo così duro ma bello, così distante ma arricchente e “vivibile”.

Scendendo incontriamo parecchia gente a spasso con gli asini carichi di legna e fieno, molte donne ci seguono da distante, senza velo, qui, sono molto libere nel farlo, molte persone dalla loro abitazione ci salutano incuriosite. Le case basse sono di pietra, tetti piatti con fori-camini e fieno disteso per rinsecchire. Passiamo vicino ad un villaggio in punta di piedi convinti che siamo di passaggio in un luogo che non ci appartiene ma che ne facciamo parte anche con lo spirito. In fondo stiamo bene qui!! Una bimba mi sorride e vede la mia camera … alla fine scopro che vuole una foto con me. Forse qualche occidentale è passato di qui!!? Ma occidentale da cosa??? Già, la parola occidentale non significa nulla per noi pellegrini …

Scendiamo ancora e in circa tre orette arriviamo alle tende già allestite dai nostri porters a Darkot … paese della splendida valle così rigogliosa d’acqua e di verde. Passiamo molte oasi. Dove vi è l’acqua crescono molte piante. Dove non vi è, tutto è brullo e deserto. Il caldo si fa sentire ma incontrato Alam con la “pepsi” (ahimè si ritorna alle antiche tradizioni”, bibita racimolata dalla nostra guida in salita dai paesi più a sud) ritorniamo per un secondo alle nostre abitudini … ma abbiamo sete di fresco!! Basta the!!!!! Non ne possiamo più anche se è squisito!!

Intorno, le prime case di Darkot, villaggio a ridosso della vallata, e molte persone soprattutto bimbi che accorrono per l’ “evento”. Ci liberiamo degli zaini e fermiamo il nostro progredire, FINITO. Ci si lava al torrente, laviamo ogni cosa anche se lo sporco non se ne va! È parte di noi !!!!! (ci siamo lavati quante volte fino ad ora? Bho… meglio non dirlo …) e dei nostri vestiti! Riordiniamo le idee. Ma è tutto FINITO? Il cammino fisico si, il resto no!!!!!

Facciamo l’ultimo pranzo inginocchiati a terra sulla coperta per l’ultima volta, si mangia bene come sempre, riso, verdure cotte, minestrone, pollo arrosto, chapati, dolcetti vari. Il cibo in questi giorni è stato determinante, soprattutto per alcuni e, per me!!! Alla fine anch’io ho “acquistato” gli anticorpi e si mangia tutto!!! Durante la permanenza al campo e nel trek abbiamo mangiato direi abbastanza bene, i cuochi ci sono venuti incontro per fare dei piatti senza troppe spezie e piccanti, piatti vicini ai nostri e direi che ci sono riusciti. Il minestrone lo ricordo in particolare perché sempre ricco e squisito!!!! In questi viaggi è molto importante mangiare bene e sano (l’ho provato nella mia pelle probabilmente qualcosa di storto nell’avvicinamento …), dormire e il bagno … già!

Come dice Brunello, bisogna essere il più possibile a proprio agio! Ci siamo portati dall’Italia molti cibi italiani già confezionati, buste, formaggi, carne lunga conservazione , tutta roba sottovuoto, poi c’erano verdure e altro che provenivano direttamente dal Pakistan (patate, verdure come i peperoni ecc..). E, per questo abbiamo portato via dall’Italia il mosto per fare (tentare) il vino novello. Fermentato all’appena sufficienza l’abbiamo degustato … per la verità niente a che fare con il vino italico ma comunque almeno una bibita diversa al Campo Base!!! Abbiamo sperimentato anche la grappa!! Grazie a Silvano e Gino davvero ingegnosi. Grappa non molto forte ma almeno qualcosa di alcool!!! Poca balla comunque!!!

Ora mi vengono in mente:

I BIMBI. Curiosi e a volte timidissimi che ti scrutano a debita distanza poi, molti, in un batter d’occhio, si avvicinano e ti invitano a parlare e a ridere. Poi ancora ti assalgono quando vedono “high tech” …. Si rivedono nel display della macchina e non ti lasciano respirare sei sotto a loro… mucchio!!!! Davvero carini … di ritorno da scuola. FOTO!

I PORTATORI. E la loro vittoria! Sono arrivati alla meta! Ora ritornano a casa con qualche certezza per il futuro e contenti del giro. Si dividono le mance, cantano, sono molto contenti sull’aspetto economico e questo ci fa felici, e si complimentano con noi! E tempo dei saluti, alcuni se ne vanno subito a casa, nei loro villaggi , nelle loro case distanti miglia e miglia magari, altri scendono con noi altri ancora ci accompagnano fino a Islamabad. Gente serena e a volte cruda nei loro comportamenti; devo dire che, purtroppo, non hanno un grande senso civico e mi è capitato spesso che, offerte loro caramelle e cioccolata da scartare, mi dovevo chinare per raccogliere le cartine nel bel mezzo del ghiacciaio!!! Qui in Italia comunque ne ho viste di peggio come nei sentieri …

Il giro a Darkot, paese tranquillissimo, del pomeriggio, risulta una immersione più profonda nella realtà pakistana di questa zona: qui (e tutta la zona percorsa a piedi) le persone sono di fede ismaelita, tranquilli e liberali molto diversi dalle popolazioni del sud del paese dove Sunniti e Sciiti si danno battaglia purtroppo. E forte la tensione!! Ma qui ci sono anche altre realtà, molte tribù! Sotto la grande mezzaluna vi sono molti popoli diversi tra loro! Dire Islam quindi non vuol dire molto!

Il giro a Darkot sotto la calura e la polvere ci fa vedere altri scorci della vallata, gente al lavoro nei campi, donne a spasso coi bimbi, viali stretti e case primitive. Qui ci sono pure dei piccoli market per la gente. In un metro quadrato c’è di tutto: carta, frutta, “scarpe” … Chiediamo acqua minerale assetati ma non esiste qui! Niente, ci teniamo la sete! Scorgiamo la scuola fondata dall’Aga Kan, il capo spirituale della popolazione di questa zona che si chiama Hunza. In Hunza la popolazione è profondamente tranquilla e non tollera nessuna forma di integralismo ed estremismo islamico.

Ancora bimbi tra i viottoli stretti che sbucano per poi scappare e, di ritorno da Darkot, dopo cena, canti e danze per festeggiare.

Dal mio diario personale: “[…]Oggi 23 Agosto ci si alza ore 7.00.Partenza ore 9 dal campo. Un po’ di nostalgia mi assale. E’ l’ultima tappa. Scendo lentamente tra i villaggi e la gente curiosa …[…]Ai bimbi doniamo alcune cose come brioche, aghi e materassini … visto che penne e quaderni spediti dall’Italia sono rimasti a Gilgit per un disguido … dovevamo portarli qui per lasciarli ai bambini e alle loro famiglie…[…]Domani partiamo verso Gilgit. Il dì dopo Besham. Ore 12.45 aspettiamo rilassandoci il pranzo. […] Sarà una avventura anche il ritorno in jeep verso Gilgit! A risentirci! LUCA

24 AGOSTO – DARKOT – ARRIVO IN JEEP A GILGIT

Alla mattina si ritrova la stessa jeep dell’andata, lo stesso autista, e dopo il “rito” della colazione si abbandona anche questo luogo salutando molta gente. Via! Verso Gilgit, il ritorno! Speriamo la strada sia percorribile senza intoppi. Praticamente, ora, percorriamo una vallata parallela a quella dell’andata per eseguire un anello e per ritrovarci nello stesso punto di partenza. Ritorniamo nei nostri passi. Piano piano. Ancora un po’ di nostalgia per lasciare la zona e salire sulle jeep stracariche. Io lascio a dei bimbi e alle loro famiglie il materassino e altro, magliette, filo, ecc. tutti noi lasciamo lì qualcosa per loro … oltre al sudore. Il rombo delle jeep … e via. Per la “strada” sterrata, buchi, salti e guadi ma contornati di belle pareti rossastre e oasi di verde nel fondo del torrente.

Dal mio diario personale: “[…]Partiti dall’ultimo campo verso le 8 dopo una lunga sgroppata sotto il sole cocente arriviamo alle 14.30 a Gilgit. E’ stata molto dura tra polveri e salti. Due soste per un paesaggio sempre splendido. Molta acqua. Strada sterrata prima, poi, per fortuna asfaltata. Il nostro autista è il solito dell’andata e questa volta è andato più veloce! Na gara con le altre jeep!!!! Azz…!!

Arrivati, subito coca e poi pranzo all’hotel di Gilgit! Ci abbuffiamo!!! Ora tuttok dopo una splendida e desiderata doccia! Telefonato a casa. Comprato un bel arazzo e maglietta … per 500 rupie (8 euro circa). Sono stanco, mi sembra impossibile che ieri sera eravamo a mangiare per terra e ora siamo in hotel. E aspetto arrivare in Italia! Sarà ancora più dura rivedere le nostre italiane scene, lo sento. LUCA”

A Gilgit salutiamo i pochi porters rimasti e i cuochi che rincasano. Ci abbracciamo e, il nostro cuoco ci dà il suo indirizzo!!! Non si sa mai …. Penso.

La mia barba è lunga, Lorenzo mi dice che va a sollevare l’economia di Gilgit dal barbiere … e io lo seguo! Mai fatto la barba in vita mia e ci vado qui! Mai andato alle terme e ci sono andato in Pakistan, mahhh … usciamo verso le 5 e il caldo si fa ancora sentire, siamo diventati un po’ pakistani, le strade e le cose attorno ci sembrano normali, di casa, la polvere, il casino, la gente. Entriamo nel primo barbiere un po’ attenti a chi incontriamo. Facciamo due chiacchiere con due ragazzi vestiti di nero … ma non ci capiamo molto … forse hanno capito della nostra spedizione e che siamo italiani … Glielo diciamo… Siamo Italia!! E subito mi vengono dubbi sulla nostra sicurezza … ma è un attimo poi capisco che siamo tra “amici”. Il ragazzo con cui parlo-gesticolo mi fa capire come taglierà la sua barba e, capisco che qui, in Pakistan, c’è un vero culto per la barba lunga!!! Anche per i più giovani!!! Dopo il taglio e i massaggi sulle nostre guance io e Lorenzo beviamo il milktea gentilmente offerto dal barbiere quasi onorato di offrircelo! E poi foto assieme a lui! Ci stringe le mani! E noi lo salutiamo dopo una mancia doverosa!! Che bel visino ora!!!!!! Risparmio i commenti del gruppo sulle nostre rasate!!! E intanto altri hanno seguito le nostre orme verso il barbiere e hanno sollevato le sorti del paese!!!!! Hehe!

Alla sera gran buffet all’hotel! Si mangia da Dio!!! Ci abbuffiamo di tutto quello che c’è nelle pentole!!! Domani purtroppo le nostre strade si dividono: la maggior parte di noi risalirà la karakorum verso la Cina, noi 5 (Marta, Anna, Giorgio, Lorenzo ed io) scendiamo verso Islamabad sempre sulla karakorum ma dalla parte opposta. Domani mattina quindi dopo foto gruppo, baci ed abbracci … sigh

25 AGOSTO – DA GILGIT A BESHAM

I sacconi sono sistemati sopra i pulmini, aspettiamo il tutto pronto, salutiamo i “futuri” cinesi, saliamo sul pulmino, siamo solo in 5. Gli altri percorreranno la Karakorum a nord fino al Kunjerab Pass e la Cina sulle orme di Marco Polo e la via della Seta. Ci dispiace dividerci così! Ma è stato deciso ancora molti mesi fa!!! VIA! Malinconici e un po’ tristi. Con noi due autisti, i cuochi Sartagi e Nadat. Con noi c’è anche Alam che ci riporterà ad Islamabad!

Dal mio diario personale: “[…]Partiti da Gilgit ore 9.30, arrivo a Besham verso le 19.15 dopo due soste: una per il pranzo a Chilas. Stanchi dal viaggio di 8 e piu ore di pulmino. Belle chiacchierate con Anna e Marta e giocato a carte con Sartagi e Nadat! Un loro gioco tipo scopa!! In pulmino sulla karakorum!!! È stata una impresa tenere le carte sul tavolino!!! Domani sarà la volta di Islamabad dopo 5 orette e in mezza giornata quindi dovremo cavarcela. Il dì dopo mattina presto il volo verso l’Italia!! Oggi abbiamo salutato con molta nostalgia il gruppo a Gilgit. Li rivedremo in Italia il 2 settembre. Buona fortuna!!! LUCA”

L’albergo di Besham non si presenta nei migliori dei modi, le camere sono stanzine distaccate dall’hotel e sono quasi in strada! Dentro letti non molto puliti ma i bagni sono decenti. Mi ricorderò la cena e la grande abbuffata di pollo e di grappa!!!! SI! Grappa anche se in Pakistan è vietata!!! Tutti gli alcolici infatti sono fuorilegge islamica!!! Ma sottobanco si fa tutto!! Ci siamo veramente divertiti con Sartagi e Nadat e Alam! Quasi brilli, a letto, dopo le danze notturne con il complesso nella rudimentale terrazzina dell’hotel!!

26 AGOSTO – DA BESHAM a ISLAMABAD-RAWALPINDI

Dal mio diario personale: “[…]Partiti ora 7.30 da Besham arrivati dopo nessuna sosta (!) alle 13.15 a Islamabad. Viaggio duro ma ora siamo in Hotel Shalimar per il ritorno! Domani mattina ore 2.30 sveglia. Ore 3 partenza per l’aeroporto! Ancora un’avventura! Poi l’Italia! Oggi pomeriggio visita del bazar di Rawalpindi e comprato un bel po’ di CD a 2euro! Stasera ore 19.30 cena abbuffata (mai mangiato così tanto!)!! Poi a nanna per l’alzataccia! LUCA”

27 AGOSTO – ISLAMABAD – VOLO PER ABU DHABI

Ore 6.30 volo dall’aeroporto di Islamabad verso Abu Dhabi. Siamo un po’ intontiti dalla levataccia ma è tutto ok! VIA! S’iniziano i voli! Speriamo bene! Dopo qualche intoppo coi bidoni ci s’imbarca! Un po’ di preoccupazione all’aeroporto e Via! La stanchezza si sente ma è una buona “medicina” per l’adrenalina dei voli.

Abbiamo salutato i nostri amici pakistani, e ora iniziamo un viaggio a ritroso per la meta Italia. Non siamo molto sicuri di questo viaggio. Lasciamo quasi un mese di Pakistan … lungo e corto allo stesso tempo per capire dove veramente siamo “capitati”. Abbiamo una seria curiosità per l’Italia! Che paese sarà mai???

Intanto si macinano i km aerei e fino ad Abu Dhabi si cerca di dormire. Ci aspetta poi un intero giorno ad Abu. Facciamo un giretto con il taxi verso la città! Impressionante di sfarzo e palazzi costruiti dal petrolio e dai soldi americani. Il caldo è insopportabile e ci rifugiamo in un centro commerciale! Siamo ad un passo dalla spiaggia! Ma è da matti andarci con questa temperatura! Tutti, infatti, sono rifugiati nell’immensa struttura irrorata di aria condizionata! Verso sera però usciamo per immergere i nostri cari piedini nelle caldissime acque del mare del Golfo Persico. E mi vengono in mente i guadi dello Yarkun, le terme, le vesciche ai piedi. Poi via, per il volo per Frankoforte con fermata temporanea in Kuwait City.

28 AGOSTO – ABU DHABI – FRANKOFORTE – VENEZIA

STANCO, NOSTALGICO E’ TUTTO FINITO!!! MA ANCHE CONTENTO! DOPO UNA MARATONA TRA VOLI, SOSTE ED AEREI. TRA CASINI (NON SONO ARRIVATI I NOSTRI FUSTI E BORSONI!). A VENEZIA ARRIVIAMO VERSO LE ORE 14.30 DOPO UNA LUNGA GIORNATA AD ABU DHABI E A FRANKOFORTE. INSHALLAH! LUCA”

28 AGOSTO – ITALIA!

L’aereo sta sorvolando Venezia! Siamo contenti di ritornare. Ma siamo un po’ smarriti… scendiamo dall’aereo e prendiamo il tram per andare a prendere il treno fino a Vicenza. Siamo senza sacconi! Non tutti i mali vengono per nuocere! Salutiamo calorosamente Marta ed Anna!! Ci ripromettiamo che in Settembre andremo a fare il Bianco assieme!! E poi Via! Verso la meta casa. Ma siamo smarriti! Vedi strade troppo ordinate, auto troppo “tranquille”, troppa pulizia. In treno, telefono al caro papa perché ci venga a prendere a Vicenza.

Il rientro a casa è una gioia immensa, riabbraccio i miei cari e le persone che conosco. Tutto e finito. Il cerchio è disegnato! Con la testa sono ancora là. E dura ambientarsi ora in Italia! Le scene! Il lavoro che inizia il giorno dopo!! Un mondo diverso da quello che per un mese hai accettato come il tuo! Ora devo integrarmi in Italia!

Devo guardare mio malgrado allo stress, alla frenesia lavorativa, alla televisione e ai giornali, al cellulare ed a internet. Il cell in pakistan non funzionava (per fortuna). E mi domando, come sopravvive la gente che abbiamo incontrato senza cell e senza tv? Senza troppi soldi? Meglio forse.

Penso di avere fatto una bella cura disintossicante per un mese: niente link, telefonate, notizie vere o presunte, di telegiornali, di cronache e di fatti inutili, di cose futili di ogni giorno.

Qui ora in Italia non pensi alla semplice sopravivenza, ai tuoi limiti, bensì all’avidità della tua vita personale, ai tuoi interessi egoistici, sei rinchiuso in un sistema di comunicazione che ti droga. Gente alla guida di auto che non ti sorride più, incazzata alla morte, frettolosa per cosa? Per sopravvivere? Mah penso proprio di no!

Mi sento sradicato come. Il passaggio da due diversi modi di concepire la vita! Già, in Pakistan ho avvertito la sensazione che la vita vale di meno nel senso che loro sono meno attenti alla vita personale, appunto Inshallah, ma sono più sereni e contenti, vivono alla giornata e non per l’avidità economica. Forse paradossalmente sono più contenti perché danno meno importanza alla vita! Ne sono meno avvinghiati! Sono meno preoccupati di noi! Hanno meno paura di morire!! Perché fondamentale è sopravvivere e, il resto, se viene, è tanto di guadagnato…

Il Viaggio mi ha aperto un po’ la visuale … soprattutto sul concetto di civiltà! SI! Siamo molto diversi! Viviamo la religione in maniera diversa perché l’islam entra anche nel loro mondo politico e nel loro modo di fare politica. La nostra religione invece ne esce. Non so se questo sia un male o un bene … certo che solo questo fatto ci diversifica moltissimo!! E anche per questo siamo più “deboli”.

Lo scontro di civiltà? Se la conosci non ti scontri!!!!! I nostri politici parlano di civiltà inferiori oppure peggio ancora di non civiltà??? Vadano prego nei sobborghi di questi paesi per rendersi conto che la nostra civiltà “superiore” e “avanzata” non potrà mai essere insegnata lì, avere successo e futuro in questi paesi!!!!! Dobbiamo esportare la nostra democrazia li???? Siamo veramente fuori strada!!! Ma cosa vuol dire Democrazia??? Siamo veramente tutti uguali e liberi di pensiero qui in Italia?? Per non parlare degli Stati Uniti ….

Prima dell’invasione ed aggressione degli americani in Afganistan ci facevano molta pena le donne con il burka! Ah! La famosa solidarietà occidentale manipolata!!! A tal punto che la tv mandava in onda una pubblicità “progresso” del tipo: aiutiamo le donne afgane sotto il burka, facciamo togliere le donne il velo per la loro libertà! Cazzate galattiche! Le donne islamiche, dipende come sentono e vivono personalmente la loro fede, portano il burka anche ora!!! E sono libere di portarlo! I talebani non c’entravano nulla con il burka!!! I talebani sono caduti ma non è caduto il burka!!!! Già … Manipolazione televisiva sui poveri (noi) ignoranti!!! Ha colpito ancora!

“Noi non sappiamo niente di loro … loro sanno molto di noi …” (frase celebre di Beppe Grillo….)

Molto probabilmente le donne islamiche, anzi ne sono sicuro, sono più rispettate di quelle “nostre”, sicuramente in paesi come il Pakistan le violenze sulle donne sono una rarità! Alla faccia del burka!!!!!!!

Ho visto molte donne sotto velo. Alla fine non ci facevi caso, loro ti guardavano, alcune si nascondevano il viso per loro propria volontà altre continuavano a camminare con il viso un po’ scoperto … è un fatto personale quindi!!

Anche nella loro civiltà c’è liberta!!!!! A modo loro!!! E noi dobbiamo rimanerne fuori!!! Dovremmo.

Miriade di tribù, gente diversa di credo ed abitudini, liberi, tolleranti e profondamente contrari ad ogni integralismo oppure no, questo è il pianeta Islam … come lo siamo noi qui! Terroristi anche.

E allora? Che differenza fa? Se si capiscono le differenze e se riusciamo a integrarci gli uni agli altri allora non c’è differenza! Non c’è scontro!

La povertà esiste anche in Pakistan, ai nostri occhi, ma dopo giorni e giorni li, capisci che sono organizzati e si impegnano a vivere al meglio e ci riescono! Riescono a servirsi delle loro risorse! Senza molti aiuti il loro sistema commerciale funziona. Aiuti ne sono arrivati sinceramente, giacché il Pakistan è un paese filoamericano ma dipende a chi vanno e per cosa. I poveri non sono mai interpellati. Sopravvivono là in mezzo alle montagne con la propria storia dimenticata. Ma probabilmente ne sono fieri.

Il solito tran tran mi riporta a ridiventare italiano dopo una settimana lavorativa, a gustare i piatti italiani insapori, a vedere con occhio diverso le mille notizie televisive. A usare di nuovo internet, il cell, confrontarmi con le persone vicine e vedere giovani sempre più chiusi nel loro mondo “virtuale”, nel grande fratello, ecc…. Credendo sia il miglior mondo possibile. SI! Questo mi fa rabbrividire. La non capacità di integrare la diversità, anche quella sotto i propri occhi. Quella dei mussulmani in Italia ne è un esempio. Un grande problema urgente da risolvere…..

SONO RITORNATO ALLA META!. Dopo un soggiorno italiano di una settimana ritorno al “mio” mondo. Alle mie abitudini. Ma sono un po’ diverso ora. Pronto per un altro viaggio, piccolo o grande che sia sarà sempre un vero insegnamento di vita. Quale che sia il prossimo io ci sarò!! Non importa la montagna da salire o il cammino da fare … sarà importante viaggiare dentro e fuori di noi stessi per capirci e capire la gente che ci sta attorno, capire i propri limiti e quelli di chi ti sta vicino. Ora, ne ho la certezza! Veramente!

PS: AL MIO CARO BORTOLO

AI SUOI SCARPONI D’ACCIAIO

PER LA VITA E LA SUA LOTTA

UN ESEMPIO.

LUCA